Anticipare il futuro è un mestiere antico, molto antico, forse altrettanto antico della prostituzione (e in questi giorni forse altrettanto vituperato). Attestano la lunghezza della tradizione, ad esempio, le ossa oracolari cinesi (alcune potrebbero risalire a quasi 3500 anni fa) che venivano utilizzate nella piromanzia (la divinazione attraverso il fuoco).
La Bibbia attesta poi il ruolo concesso all’interpretazione dei sogni: nel sogno di Faraone apparivano sette vacche grasse, che avrebbero annunciato sette anni di abbondanza seguite da sette vacche magre che avrebbero annunciato l’arrivo di sette anni di penuria. Giuseppe, figlio di Giacobbe, spiega il significato del sogno a Faraone che lo nomina suo Ministro dei Granai: in un giorno un salto da schiavo a consigliere prediletto di Faraone, una bella scalata!
Dalle nostre parti qui in Toscana, i sacerdoti etruschi si erano specializzati nell’aruspicina, la lettura del futuro nelle viscere degli animali; la pratica venne introdotta a Roma dove operava il collegio appunto degli aruspici. Anche Giulio Cesare aveva il suo aruspice personale.
E già nell’antichità la scienza (quel po’ di scienza che c’era) si era messa al servizio dell’arte della previsione: dopo decenni di indagini finalmente si è appurato che il misterioso meccanismo di Antikitera, probabilmente concepito e realizzato dalla scuola di Archimede, (in sostanza, e per semplificare al massimo, un calcolatore di tipo analogico risalente ad oltre 2100 anni fa) funzionava da raffinatissima macchinetta per confezionare gli oroscopi!
Sappiamo che Galileo realizzava su richiesta (riservatamente perché sarebbe stato vietato) oroscopi; lo sappiamo perché sua madre lo denunciò al Santo Uffizio anche per questo (oltre che per concubinaggio e assenza dalla messa). Probabilmente agli oroscopi non ci credeva nemmeno lui, ma quando qualcuno è disposto a pagare per farsi illudere, perché sottrarsi? Comunque quella denuncia non ebbe seguito. I guai, quelli seri, arrivarono per le fondamenta della scienza vera.
Di questa millenaria tradizione noi sondaggisti siamo solo la più recente incarnazione.
Per la verità noi presumiamo di attenerci ad una prassi il più possibile scientifica, ripudiando come assurdità le antiche superstizioni che avvolgevano un tempo l’arte della previsione.
Qualche volta mi viene da dubitarne, specialmente davanti a tecniche e tecnologie previsionali che non si richiamano alle leggi della probabilità, ma invece all’interpretazione (tramite software!) di tutto quello che circola sul web, all’analisi di logorroismi raccattati in rete (magari senza nemmeno un’idea di chi li produce e spesso si tratta di blogger professionisti), a improbabili tecniche di laboratorio acchiappa citrulli etc…
Conoscere, anticipare il futuro resta comunque una pulsione insopprimibile ed inesauribile; la smentita della previsione evidentemente non la frena: se già non lo sapete, da sempre, le rubriche più lette dei giornali sono l’oroscopo e la meterologia (piove a dirotto, porco cane, sono a piedi e senza ombrello; il bollettino mi aveva annunciato una pioggerella di mezzora!)